Yo soy feliz è un marchio napoletano dal carattere familiare, dal sapore mediterraneo e decisamente creativo.
Adatto a tutte le donne e bambine new hippy che sanno di essere persone estroverse e gradiscono un prodotto che sia colorato, stravagante ed artigianale.
Gli spazi vendita sono dislogati in vari punti della Campania, dal centro storico della città di Napoli ai paesi turistici della costa cilentana.
Risultano essere semplici, forniti, ben organizzati, sicuramente accoglienti.
Si insereiscono bene nel contesto napoletano noto per la sua capacità di attivarsi ed adattarsi alle circostanze in modo sicuramente anticonvenzionale.
Da qui, quasi in maniera dovuta, viene da pensare a Napoli, città tanto complessa quanto accogliente, come luogo geografico per un nuovo punto vendita del brand a carattere temporeneo.
Un esperimento, un’intuizione che segue l’innovazione e che si allinea ad un periodo in cui assicurarsi continuità in modo stanziale diventa complicato.
Il Temporary store infatti, è un negozio temporaneo la cui durata è variabile.
Può essere aperto e chiuso nel giro di pochi giorni o nell’arco di qualche mese.
È uno spazio che consente all’azienda di connettersi con i consumatori in maniera diversa, più originale e personalizzata rispetto agli altri store della marca.
Anche noti come pop-up shop, i temporary store sono spesso associati a eventi particolari, o a iniziative specifiche promosse dai brand .
Per questo ogni cosa in questi punti vendita ha un carattere esclusivo, dai prodotti e servizi alle esperienze proposte.
Non sono escluse edizioni limitate e personalizzate introvabili in altri store.
Facendo leva sul concetto di limite temporale, inducono i visitatori o i clienti ad entrare per non perdere assolutamente le opportunità o le iniziative proposte in quel lasso temporale.
Lo scopo è di coinvolgere particolarmente gli appassionati del brand, in una strategia di marketing che punta alla continua fidelizzazione.
Il Design e le conseguenti caratteristiche innovative proprie di questi spazi concorrono alla strategia comunicativa della marca tendendo così a far incuriosire i passanti, attraendo molti nuovi visitatori.
L’essenza temporanea di questo tipo di punto vendita si unisce alla possibilità di intervenire sostenendo costi bassi.
Questo lo rende utile nel mondo del retail come spazio di sperimentazione e di prova.
Insomma, un posto in cui il brand può rapportarsi con i consumatori in maniera diversa rispetto al negozio tradizionale.
Da qui l’idea di affiancare alla vendita una funzione integrativa con lo scopo di permettere al negozio di avere una seconda vita dopo l’orario lavorativo: un laboratorio musicale.
Per questo ho fatto appello al sentimento evocativo dei luoghi storici.
Ho immaginato che questo negozio temporaneo potesse nascere in un punto molto caro ai giovani napoletani: il lanificio borbonico, ovvero il Lanificio Sava di piazza Enrico de Nicola.
Uno degli ultimi esempi di archeologia industriale presente nel cuore del centro storico di Napoli.
Oggi è uno spazio aperto alla città grazie alla collaborazione di diverse identit tra cui il Lanificio 25.
Un tempo fabbrica dei panni del Regno delle Due Sicilie, nasce nel 1824 per volere del cavaliere Raffaele Sava occupando parte del complesso monastico di Santa Caterina a Formello a due passi da Porta Capuana.
Da antico luogo destinato alla preghiera, il fabbricato si trasforma quindi in una grande fabbrica per fornire divise ai corpi dell’esercito.
Ed è proprio all’ interno del Lanificio 25 che il mio progetto potrebbe realizzarsi coniugando al brand la vera natura di ex lanificio e all’attuale destinazione d’uso come luogo che ospita mostre, attività laboratoriali e concerti.
Dunque, l’idea è stata lampante.
Ispirarsi al pentagramma come simbolo della musica e soprattutto declinare la dinamicità e la freschezza del brand mediante le onde sonore, mi sembrava la cosa più immediata da fare.
Il risultato è un’istallazione multifunzionale.
Il comparto progettato permette tanto l’esposizione dei capi di abbigliamento quanto il passaggio e la seduta.
Inoltre, non va a mortificare quello che è lo spazio scenico preesistente: il palco.
Per rompere la monotonia, ad ogni rigo musicale è assegnato un colore desunto dal lettering del marchio “YO SOY FELIZ”.
Ma non solo, ad ogni rigo- sotto forma di tubi in plexiglass- è anche assegnato un andamento, un’onda diversa da tutte le altre.
Per rispettare il piano di calpestio preesistente in basalto, al fine di un facile ripristino è pensato l’utilizzo di un pavimento galleggiante in teak in rovere sbiancato.
L’istallazione, pensata per essere vissuta anche di notte, vuole rompere gli schemi.
Attraversa lo spazio simulando una fuoriuscita fisica sia dal pavimento sia dalle pareti perimetrali.
Proprio come accade alla musica ad alto volume che supera le barriere degli ambienti non insonorizzati.
Così anche i “tubi sonori” rompono idealmente le pareti fino sbucare nella corte interna.